Furono molti gli sconvolgimenti politici in Cile nel periodo che va dalla fine del primo dopoguerra alla fine della seconda guerra mondiale. Dal 1920 al 1924 vi fu la prima amministrazione del presidente Arturo Alessandri Palma, che venne però cacciato da un colpo di stato militare nel 1924.

Arturo Alessandri Palma

Nel 1925 Alessandri ritornò in Cile dove, in quel periodo, era stata avviata una «riorganizzazione finanziaria e la creazione di una banca centrale»(18)  Dal 1927 al 1931 vi fu la dittatura di Carlos Ibáñez del Campo, già ministro della difesa nell’amministrazione Alessandri.

Carlos Ibanez del Campo

Con Ibáñez «si crea un apparato parastatale formato da istituzioni»(19) stabili e con mansioni differenti. Obiettivo dell’apparato era «quello di aprire linee di credito per stimolare nuove iniziative economiche, coordinare l’attività estrattiva e stimolare l’espansione di determinati settori produttivi …»(20)  Vennero appunto creati «la Sopraintendenza del   Salnitro e dello Iodio, il Consiglio per lo sviluppo del Salnitro, … il Consiglio per l’estrazione del carbone, la Cassa di colonizzazione agricola …». Anche se una crescita economica fu registrata in quasi tutti i settori, essa dovette fermarsi a causa della crisi economica mondiale del 1929, che portò nel 1931 alla caduta del generale Ibáñez.
I danni della Prima Guerra Mondiale (nella quale il paese si era dichiarato neutrale) e la Grande Depressione «misero fine al commercio del potassio nitrico, producendo una forte crisi economica nel paese che lo portò ad essere il più colpito dalla recessione a livello mondiale»(21). Tale crisi avvenne «perché i crediti esterni e il flusso di capitali stranieri» si interruppero «e la caduta dei prezzi sul mercato internazionale contrasse gli scambi commerciali»(22). Esplose la disoccupazione e l’instabilità politica del Cile degli anni Trenta non fece altro che aggravare la situazione.

Marmaduque Grove

Nel 1931 Marmaduque Grove diede vita, per un periodo di cento giorni, ad una Repubblica socialista, al termine della quale vi fu il ritorno alla presidenza di Arturo Alessandri.
Nel 1938 venne eletto presidente Pedro Aguirre Cerda.

Pedro Aguirre Cerda

Con l’avvento al governo del Fronte popolare venne avviata una serie di riforme e in questo periodo il processo di industrializzazione «stimolato e controllato dallo stato, da misura difensiva per far fronte alla crisi, diventa modello di sviluppo e politica ispirata a una teoria economica definita»(23).
Nel 1939 venne creata la Corporación de Fomento de la Producción (CORFO), «un istituto statale per lo sviluppo dell’industria» (24). «CORFO allocated public credits to all sectors of the economy, but especially industry and construction»(25).

Juan Antonio Ríos

Il successore di Cerda fu Juan Antonio Ríos, il quale dovette fare fronte alle pressioni esercitate dagli Stati Uniti, entrati in guerra nel 1941 dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, perché il Cile dichiarasse guerra alle potenze dell’Asse. La collaborazione con gli Stati Uniti venne ritenuta indispensabile da Ríos, perché gli accordi presi si presentavano favorevoli per il Cile. «Industrial output incresed by more […]»(26). Infatti i nitrati 19
e il rame vennero destinati al mercato degli U.S.A. a condizioni speciali. Come controparte «the U.S. trade, credits and advisers facilitated state support for capitalist enter-prises»(27).
 
La morte di Ríos e la fine della guerra videro l’elezione alla presidenza di Gabriel González Videla, sostenitore del Fronte popolare, per il periodo 1946–1952.

Gabriel González Videla

Il suo obiettivo principale fu quello di trasformare il Cile «from a political democracy into an economic democracy […]. He promoted industrialization, technological modernization in agricolture and improved transportation, all through increased state intervention and the expansion of the public sector»(28).
I governi in carica dal 1938 al 1952 «avevano avviato una pianificazione di lungo periodo, volta a stimolare il processo di industrializzazione ed a sostituire le importazioni attraverso un’espansione dell’offerta interna»(29). In Cile la produzione industriale «aumentò intorno al 30 per cento tra il 1943-52, ossia a un ritmo doppio rispetto al periodo 1929-37 […]»(30).
Il presidente Videla tentò di migliorare le condizioni degli abitanti della zona di La Serena (la città che gli aveva dato i natali) promuovendo il Plan de fomento y urbanización para las Provincias de Chile. «Il fine del Plan era quello di creare uno sviluppo decentrato, che permettesse alle varie regioni e ai propri abitanti di migliorare le prospettive economiche, la vita e l’ambiente …»(31); si intendeva quindi costruire dei canali per l’irrigazione, aumentare la produzione agricola e industriale, come conseguenza della creazione di impianti industriali. Inoltre era prevista la costruzione di Hotel e di stabilimenti sulle spiagge, per favorire il turismo interno ed estero.
L’importanza maggiore venne data «alla bonifica di ampi terreni paludosi circostanti la città, denominati Las Vegas …»(32).
L’obiettivo era quello di rendere la zona vivibile per una possibile immigrazione e colo-nizzazione del territorio. Tale obiettivo venne raggiunto quando il presidente Videla e il (20)
primo Ministro italiano Alcide De Gasperi decisero, in base ad un accordo, l’invio di venti famiglie trentine in Cile per colonizzarne il territorio, bonificato e reso coltivabile grazie all’attuazione del Plan.

Alcide De Gasperi

FONTI:

18 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 222.
19 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 54.
20 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 54.
21 www.wikipedia.com consultato il 02/02/2006.
22 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 54 e 56.
23 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 59.
24 STABILI, Il Cile. Dalla Repubblica liberale, p. 59.
25 DRAKE, Chile. 1930 – 58, p. 291.
26 DRAKE, Chile. 1930 – 58, p. 298.
27 DRAKE, Chile. 1930 – 58, p. 298.
28 DRAKE, Chile. 1930 – 58, p. 300.
29 GRIGOLLI, La terra Serena, p. 11.
30 CUEVAS, America Latina. 3. Le istituzioni, p. 662 – 663.
31 GRIGOLLI, La terra Serena, p. 11.
32 GRIGOLLI, La terra Serena, p. 12.

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