La circolazione di veicoli con una targa diversa da quella del Paese è generalmente permessa, ma attenzione, questa possibilità è soggetta a limitazioni ed è possibile solo per periodi limitati di tempo.

Circolazione con targa italiana all’estero

La circolazione di un’auto immatricolata in Italia in un Paese estero è soggetta a limiti e regole. Ciascun Paese ha le sue regole per cui si raccomanda di verificare con gli uffici preposti di ciascun Paese o presso il consolato del paese estero in Italia i limiti e le pratiche necessarie per trasferire il proprio veicolo all’estero.

Per quanto riguarda l’Unione Europea è possibile utilizzare, in un altro Paese membro, un veicolo immatricolato in Italia per un massimo di sei mesi. Passato questo termine è necessario re-immatricolare l’auto nel Paese (cioè sostituire la propria targa italiana con una targa del Paese estero di residenza).

ATTENZIONE! Se circolate all’estero con una targa italiana è vietato prestare la vostra auto ad un cittadino straniero o italiano residente all’estero, anche se state viaggiando a bordo del veicolo!

Per maggiori informazioni si consiglia il sito dell’Unione Europea.

Circolazione con targa estera in Italia

In base all’art.93 del Codice della Strada le persone residenti in Italia da più di sessanta giorni non possono circolare con auto con targa estera. Quindi, chi vive di fatto all’estero, ma non ha trasferito all’estero la propria residenza italiana con l’iscrizione all’AIRE non può circolare con un’auto con targa estera in Italia.

Sono previste sanzioni pesanti per i residenti in Italia che circolano con veicoli con targa estera: multe tra 712 e 2848 Euro e sequestro del mezzo. Il mezzo dovrà essere immatricolato nuovamente in Italia entro 180 giorni (durante i quali resterà sotto sequestro), se al termine dei 180 giorni non è stato immatricolato in Italia, sarà confiscato definitivamente.

Ultimo aggiornamento del codice della strada del 21 marzo 2022 per le targhe estere che circolano in Italia.

Per i residenti all’estero (stranieri o Italiani iscritti AIRE) è possibile invece guidare in Italia un mezzo con targa estera per massimo un anno, entro un anno dal trasferimento in Italia il mezzo dovrà essere re-immatricolato in Italia.

 

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Il tema fiscale è sicuramente uno dei più complessi per che vive all’estero. Le norme cambiano velocemente ed entrano in gioco tanti fattori, al punto che è difficile dare indicazioni generali. 

Tutto dipende dalla condizione personale (pensionato, studente, disoccupato, lavoratore), dal Paese di residenza, dagli accordi tra l’Italia e lo Stato ospitante; dal tipo di lavoro (autonomo o dipendente); da quante giornate avete lavorato nell’arco di un anno (più o meno di 183); e da alcune scelte personali sul regime fiscale.

Il consiglio migliore che si può dare è di rivolgersi ad un patronato (vedi Patronato) o ad un commercialista esperto all’estero. Molti patronati hanno sportelli all'estero ed offrono servizio informativo e supporto.

Vedi anche:

 

RESIDENZA FISCALE     DOPPIA IMPOSIZIONE 
     

CONTO CORRENTE ALL'ESTERO
PER RESIDENTI IN ITALIA

   AIRE

Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero 

     
CANONE RAI     IMIS 
     

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L'Associazione Trentini nel mondo collabora con le scuole superiori del Trentino per ospitare ragazzi e ragazze per il loro tirocinio formativo o il PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento).

I principali progetti e attività svolti dagli studenti sono stati:

TIROCINIO FORMATIVO:

  • Produzione di materiale grafico per le attività dell'Associazione (Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento)

PERCORSI PER LE COMPETENZE TRASVERSALI E PER L'ORIENTAMENTO:

  • Traduzioni da spagnolo e inglese (Liceo Linguistico Sophie Scholl di Trento)
  • Rassegna stampa storica in lingua inglese (Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana)
  • Digitalizzazione materiale audiovisivo (Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana)
  • Produzione video in lingua spagnola (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Aggiornamento del sito “From home to home - storie di emigrazione (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Attività di ricerca sul tema: "Wreck on the Wabash, storia di un disastro" (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Gestione e organizzazione della mostra "E-migr@zione" per la festa provinciale dell’emigrazione (Collegio Arcivescovile di Trento)

 

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La Legge 459/2001, articolo 4 bis, prevede la possibilità di votare per corrispondenza anche per chi, pur mantenendo la residenza anagrafica in Italia, si trova temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche.

La permanenza all’estero deve avere una durata minima di tre mesi, e il periodo di permanenza deve comprendere il giorno in cui sono previste le votazioni.

Per poter votare per corrispondenza, l’elettore deve inviare all’ufficio elettorale del proprio comune di residenza italiano un modulo di opzione, valido per una sola consultazione, almeno trentadue giorni prima della consultazione elettorale. Nel modulo va indicato l’indirizzo postale estero a cui inviare il plico elettorale.

L’elettore riceverà una busta contenente la scheda per votare e tutte le istruzioni necessarie. Gli elettori che votano per corrispondenza concorrono all’elezione dei rappresentanti parlamentari della circoscrizione estero e non per i candidati della propria circoscrizione di residenza in Italia.

Questa possibilità è consentita solo per le elezioni del Parlamento Italiano e per i Referendum nazionali.

 

Cói òvi sòdi: pónta e cul

Nel periodo pasquale in alcune zone del Trentino erano diffusi tra i bambini e i ragazzi vari giochi che prevedevano l'uso delle uova sode. Il principale si svolgeva proprio il giorno di Pasqua, nelle piazze dei paesi. Consisteva in un susseguirsi di sfide nelle quali due giocatori si affrontavano a colpi di uova sode non sgusciate. Ogni partecipante al gioco raggiungeva la piazza munito del suo o delle sue uova sode opportunamente colorate con sistemi artigianali e naturali che prevedevano l'ebollizione in acqua e rape rosse, acqua e bucce di cipolla ecc. Si formavano le coppie e poi si aveva diritto a provare la resistenza dell'uovo dell'avversario battendolo contro i propri incisivi: a seconda del suono che si produceva, l'esperto giocatore sapeva riconoscere se si trattava di un uovo destinato a opporre una forte o una debole resistenza rispetto al colpo che ci si apprestava a sferrare con il proprio uovo. In tal modo, se il giocatore valutava che non era il caso di rischiare, poteva decidere di non accettare la sfida e andare alla ricerca di un altro avversario.
Il gioco consisteva nel cercare di rompere il guscio dell'uovo dell'avversario colpendolo con il proprio uovo, che veniva saldamente afferrato con una mano che lo manteneva verticale e lo copriva quasi per intero, lasciando sporgere solamente un piccolo pezzetto di guscio, quel tanto che bastava per creare Il contatto tra le due uova. Ognuno poteva a turno sferrare il suo colpo mettendo in atto le sue personali strategie (la parte più arrotondata era più debole, per esempio) e vinceva chi riusciva a rompere il guscio avversario da entrambe le parti. Il vincitore della sifda si appropriava dell'uovo sodo e non era raro che i giocatori più esperti facessero ritorno a casa con decine di uova sode conquistate ai compagni di gioco.

Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter

Cói òvi sòdi: dàrghe de còsta

Per giocare era necessario che i ragazzi avessero compiuto i dodici anni, ma soprattutto che fossero in possesso di almeno una monetina. Armati della moneta e di una scorta di uova sode, più o meno consistente a seconda delle possibilità della famiglia, i giocatori si raccoglievano in piazza e si apprestavano ad affrontare un'appassionante sfida.
Un uovo sodo veniva appoggiato ad un muro, quasi sempre in un angolo. I giocatori si schieravano poi ad una distanza di due o tre metri e a turno tiravano la propria monetina  verso l'uovo, preferibilmente di taglio, cercando di farla penetrare nell'uovo. Se il tiro non aveva buon esito, il gioco passava a un altro partecipante, ma se invece la moneta si  infilava nell'uovo, il giocatore vinceva l'uovo e le monete che avevano fallito l'obiettivo e che erano state lasciate sul campo. Poi il gioco ricominciava.

Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter