La Legge 459/2001, articolo 4 bis, prevede la possibilità di votare per corrispondenza anche per chi, pur mantenendo la residenza anagrafica in Italia, si trova temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche.

La permanenza all’estero deve avere una durata minima di tre mesi, e il periodo di permanenza deve comprendere il giorno in cui sono previste le votazioni.

Per poter votare per corrispondenza, l’elettore deve inviare all’ufficio elettorale del proprio comune di residenza italiano un modulo di opzione, valido per una sola consultazione, almeno trentadue giorni prima della consultazione elettorale. Nel modulo va indicato l’indirizzo postale estero a cui inviare il plico elettorale.

L’elettore riceverà una busta contenente la scheda per votare e tutte le istruzioni necessarie. Gli elettori che votano per corrispondenza concorrono all’elezione dei rappresentanti parlamentari della circoscrizione estero e non per i candidati della propria circoscrizione di residenza in Italia.

Questa possibilità è consentita solo per le elezioni del Parlamento Italiano e per i Referendum nazionali.

 

L'Associazione Trentini nel mondo collabora con le scuole superiori del Trentino per ospitare ragazzi e ragazze per il loro tirocinio formativo o il PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento).

I principali progetti e attività svolti dagli studenti sono stati:

TIROCINIO FORMATIVO:

  • Produzione di materiale grafico per le attività dell'Associazione (Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento)

PERCORSI PER LE COMPETENZE TRASVERSALI E PER L'ORIENTAMENTO:

  • Traduzioni da spagnolo e inglese (Liceo Linguistico Sophie Scholl di Trento)
  • Rassegna stampa storica in lingua inglese (Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana)
  • Digitalizzazione materiale audiovisivo (Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana)
  • Produzione video in lingua spagnola (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Aggiornamento del sito “From home to home - storie di emigrazione (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Attività di ricerca sul tema: "Wreck on the Wabash, storia di un disastro" (Liceo Antonio Rosmini di Rovereto)
  • Gestione e organizzazione della mostra "E-migr@zione" per la festa provinciale dell’emigrazione (Collegio Arcivescovile di Trento)

 

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Trasferirsi per lavoro all’estero può essere per alcuni un’esperienza desiderata per arricchire il curriculum o migliorare le proprie possibilità di reddito e di carriera, per altri una invece una scelta obbligata per mancanza di opportunità adeguate. Tutti però, indipendentemente dalle motivazioni possono avere bisogno di alcuni utili consigli per migliorare la propria esperienza.

Le opportunità, i documenti necessari, le condizioni di lavoro possono variare molto da un Paese all’altro. Non esiste una lista esaustiva di tutte le informazioni per tutti i Paesi ma si trovano in rete molte fonti dai blog, ai social, ai siti dedicati. Il primo consiglio è di non fidarsi di fonti non ufficiali, anche le informazioni di prima mano offerte da testimonianze, video, post sui social, possono essere utili per farsi un’idea generale ma potrebbero essere poco aggiornate o imprecise, basate su esperienze individuali che però non possono essere generalizzate.

Le norme cambiano continuamente così come possono cambiare le condizioni del mercato del lavoro, le congiunture economiche o le condizioni di vita di un Paese o di una Regione. Verificate sempre a quando risalgono le informazioni che trovate in rete, se sono più vecchie di un anno è probabile che siano almeno in parte superate.

Nelle pagine che seguono troverete soprattutto consigli e punti di riferimento affidabili a cui attingere notizie.

 

Lavorare nell’Unione Europea   Lavorare fuori dall’Unione Europea

  

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Cói òvi sòdi: pónta e cul

Nel periodo pasquale in alcune zone del Trentino erano diffusi tra i bambini e i ragazzi vari giochi che prevedevano l'uso delle uova sode. Il principale si svolgeva proprio il giorno di Pasqua, nelle piazze dei paesi. Consisteva in un susseguirsi di sfide nelle quali due giocatori si affrontavano a colpi di uova sode non sgusciate. Ogni partecipante al gioco raggiungeva la piazza munito del suo o delle sue uova sode opportunamente colorate con sistemi artigianali e naturali che prevedevano l'ebollizione in acqua e rape rosse, acqua e bucce di cipolla ecc. Si formavano le coppie e poi si aveva diritto a provare la resistenza dell'uovo dell'avversario battendolo contro i propri incisivi: a seconda del suono che si produceva, l'esperto giocatore sapeva riconoscere se si trattava di un uovo destinato a opporre una forte o una debole resistenza rispetto al colpo che ci si apprestava a sferrare con il proprio uovo. In tal modo, se il giocatore valutava che non era il caso di rischiare, poteva decidere di non accettare la sfida e andare alla ricerca di un altro avversario.
Il gioco consisteva nel cercare di rompere il guscio dell'uovo dell'avversario colpendolo con il proprio uovo, che veniva saldamente afferrato con una mano che lo manteneva verticale e lo copriva quasi per intero, lasciando sporgere solamente un piccolo pezzetto di guscio, quel tanto che bastava per creare Il contatto tra le due uova. Ognuno poteva a turno sferrare il suo colpo mettendo in atto le sue personali strategie (la parte più arrotondata era più debole, per esempio) e vinceva chi riusciva a rompere il guscio avversario da entrambe le parti. Il vincitore della sifda si appropriava dell'uovo sodo e non era raro che i giocatori più esperti facessero ritorno a casa con decine di uova sode conquistate ai compagni di gioco.

Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter

Cói òvi sòdi: dàrghe de còsta

Per giocare era necessario che i ragazzi avessero compiuto i dodici anni, ma soprattutto che fossero in possesso di almeno una monetina. Armati della moneta e di una scorta di uova sode, più o meno consistente a seconda delle possibilità della famiglia, i giocatori si raccoglievano in piazza e si apprestavano ad affrontare un'appassionante sfida.
Un uovo sodo veniva appoggiato ad un muro, quasi sempre in un angolo. I giocatori si schieravano poi ad una distanza di due o tre metri e a turno tiravano la propria monetina  verso l'uovo, preferibilmente di taglio, cercando di farla penetrare nell'uovo. Se il tiro non aveva buon esito, il gioco passava a un altro partecipante, ma se invece la moneta si  infilava nell'uovo, il giocatore vinceva l'uovo e le monete che avevano fallito l'obiettivo e che erano state lasciate sul campo. Poi il gioco ricominciava.

Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter

 

 “Trentino nel mondo ad honorem” sono le persone e gli enti che l'Associazione ritiene meritevoli di riconoscimento per i risultati ottenuti nella propria vita professionale e in qualunque altro campo dell’attività umana e che dimostrino particolare affezione o vicinanza all’Associazione, ai Circoli Trentini o alle collettività trentine all’estero. 

  

 

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